giovedì 19 dicembre 2013

Sostiene Pereira: un romanzo "tedesco".


Sostiene Pereira ha tutte le caratteristiche per essere considerato un romanzo di matrice tedesca, in particolar modo molte sono le strizzate d’occhio che l’autore, Antonio Tabucchi, fa a Thomas Mann, non a caso vissuto negli anni in cui si svolge la vicenda, e ad una delle sue opere più importanti: La Montagna Magica.
Il nome dello scrittore tedesco infatti è esplicitamente citato nel romanzo: “Ho notato che stava leggendo un libro di Thomas Mann […] è uno scrittore che amo molto” dice Pereira ad Ingeborg Delgado, una signora ebrea incontrata durante un viaggio in treno. Non a caso La Montagna Magica si apre con la descrizione del viaggio in treno del protagonista, Hans Castorp, verso il sanatorio di Davos; non a caso il successivo treno su cui Pereira salirà lo condurrà proprio verso un sanatorio dove, oltre alle terapie talassoterapiche, vengono curati anche i tubercolosi, proprio come nel sanatorio svizzero del romanzo di Mann.

sabato 9 novembre 2013

Il "Decamerone" di Aldo Busi e l'utilità delle attualizzazioni dei classici italiani


“ Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”
Italo Calvino

Introduzione – Il fatto

Quest'anno, in occasione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio, sono fiorite numerose pubblicazioni, critiche e letterarie, sull'opera dello scrittore certaldino, in particolare sul Decameron. Tra queste, in un'intervista per Il Venerdì di Repubblica del 4 Ottobre 2013 a firma di Luigi Irdi, Aldo Busi rispolvera per l'occasione una sua “traduzione”[1] del Decameron di Boccaccio la cui prima edizione, per Rizzoli, risale addirittura al 1990 e che, quest’anno, è stata premiata col Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2013.
            Aldo Busi è noto come romanziere, come critico artistico e letterario, come personaggio televisivo, ma in particolar modo per il suo spirito provocatorio, ostentatamente rivoluzionario e disfattista, con cui si presenta nelle varie trasmissioni televisive. Ne segue che Busi veda naturale, addirittura “indispensabile”, una “traduzione” del capolavoro boccaccesco, in quanto – cito – “L'italiano del trecento è una lingua totalmente straniera” che, come tale, merita di esser tradotta proprio come le opere inglesi, francesi ecc.
            Al rischio di corrompere il messaggio originale dell'autore, la sua ultima volontà, Busi contrappone il notevole guadagno tratto dal recuperare un' opera relegata in asfittiche edizioni piene zeppe di note linguistiche che, per il traduttore, sono “una gran rottura di palle”. Allora via all'attualizzazione coatta, benvenuti neologismi, anacronismi, che ripristino il senso del riso che, sotto una patina linguistica ormai datata, si era perso nell'opera originale che, comunque, resta a disposizione di tutti. Questa è un'operazione che, a detta dell'autore non dovrebbe risparmiare nessun testo, anche più recente – si cita Le sorelle Materassi di Palazzeschi – pur di riportare alla luce opere altrimenti confinate ai più remoti e polverosi scaffali delle librerie.

venerdì 8 novembre 2013

E' l'ora!


Cari lettori. Ho aperto questo blog senza pormi grandi obiettivi: spesso lo trascurerò, a volte lo lascerò a se stesso per mesi e mesi, a volte non avrete notizie di me per un bel po', non pretendendo che vi manchi. Ma vorrei che questa pagina diventasse un luogo di dibattito dove chiarire, in barba agli accademici, che la cultura non si trova soltanto sui polverosi scaffali delle biblioteche, la cultura è viva e vive insieme a noi. Ogniqualvolta troviamo qualcuno con cui scambiare opinioni, qualcuno che abbia qualcosa da dire, quella è una persona colta; la nostra cultura cresce ogni volta che incontriamo una persona, leggiamo un libro, andiamo al cinema, visitiamo un posto anche poco fuori casa, guardiamo una partita, un programma in tv, usciamo con gli amici la sera. Insomma respiriamo cultura in ogni istante ed io vorrei che questo blog fosse aperto ad ogni spunto, ogni suggestione, da qualsiasi fonte, ci venga in mente.